Alla difesa dell’Inferno sulla Terra: le truppe UE dispiegate in Ciad

, di Traduzione di Matteo Minchio, Daniel Fiott

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Alla difesa dell'Inferno sulla Terra: le truppe UE dispiegate in Ciad

Migliaia di rifugiati e operatori del settore umanitario assisteranno allo spiegamento a lungo atteso della forza dell’Unione Europea (UE) nelle aride savane del Ciad e della Repubblica Centro Africana (RCA) dove stazionano attualmente.

La città del Ciad orientale di Abeché ha visto recentemente l’arrivo delle prime installazioni del contingente EUFOR TCHAD/RCA. La forza incaricata dalle Nazioni Unite (UN) è comprensiva di 3.700 truppe di quattordici stati membri dell’UE, incluse Francia, Spagna e Belgio. La forza prende parte alla missione pluri-dimensionale delle UN MINURCAT incaricata di proteggere i rifugiati e l’apparato umanitario per un periodo di dodici mesi.

Ribelli, potere ed etnia

La forza si dispone in una regione in grande subbuglio. La capitale del Ciad, N’Djamena, è stata messa di recente sotto assedio dai ribelli – una coalizione che riunisce le Forze unite per la Democrazia e lo Sviluppo (UFDD), il Raggruppamento delle Forze per il Cambiamento e i fondamentalisti dell’UFDD – provocando non solo l’esodo di massa degli stranieri o la deportazione di 90,000 abitanti del Ciad, ma anche una dichiarazione del Consiglio di Sicurezza UN a supporto del governo di Idriss Deby.

Gli agguerriti soldati ribelli hanno marciato senza ostacoli dal Ciad Orientale verso N’Djamena per accerchiare il Palazzo presidenziale sabato 2 Febbraio 2008 e proclamare di aver preso il potere e abbattuto il morale delle forze governative. Mentre il governo sembra aver evitato il massacro, N’djamena ora è una città caratterizzata da carri armati bruciati e suoni intermittenti di scontri a fuoco.

Il conflitto segue la tradizionale ricetta per il disastro in Africa – ricchezza, potere ed etnia. I ribelli sono cresciuti stanchi della ricchezza di petrolio di Deby e degli emendamenti costituzionali che egli fece nel 2005. Essi hanno cercato anche una rivincita per il colpo di stato che spodestò nel 1990 Hissène Habré e vide la minoranza Zaghawa di Deby acquisire il controllo dei guadagni - Habré era della tribù dei Daza così come lo sono i capi dei ribelli Nouri e Aboud.

L’attuale crisi in Ciad richiama anche un conflitto regionale più grande che coinvolge il Sudan e la RCA. Il Presidente del Sudan al-Bashir è accusato di supportare i ribelli del Ciad col fine di rovesciare Deby mentre Deby è accusato di aiutare i ribelli anti-governativi in Sudan. Il governo centro-africano sta nel frattempo respingendo gli attacchi da parte dei combattenti ribelli e dei banditi nel Nord del paese.

Ciascuno di questi paesi è anche collegato da confini porosi attualmente casa per 470,000 rifugiati. Nessuno di questi rifugiati né gli operatori nel settore umanitario che si prendono cura di loro sarebbe al sicuro senza la forza dell’UE. Un ufficio dell’Alto Commissario per i Rifugiati delle Nazioni Unite (UNHCR) a Guerida, nel Ciad orientale è stato recentemente oggetto di attacco dai ribelli, il che ha impedito fortemente l’arrivo dell’assistenza necessaria nei due vicini campi di rifugiati.

Vulnerabilità, rifugiati e guerra regionale

Probabilmente si proverà che il recente intervento è stato una delle missione più pericolose mai decise dall’UE. Il fatto che le truppe francesi comprendano la grande maggioranza del contingente ha già sollevato voci che contestano l’imparzialità dell’UE in Ciad e una dichiarazione di guerra da parte dei ribelli contro tutte le forze straniere presenti in Ciad. Il Generale Patrick Nash, Comandante della forza EUFOR, ha affermato che le forze sono autorizzate all’uso dell’auto-difesa contro gli attacchi.

Infatti, se il mandato esistente avrà bisogno di essere esteso oltre i dodici mesi previsti a causa l’aumento degli attacchi, allora sarà richiesto agli stati membri dell’UE di aumentare il numero di truppe e le risorse militari. Il Generale Nash ha già suggerito che le risorse di tali truppe e equipaggiamento straordinario saranno essenziali durante il corso della missione se questa vuole essere di successo.

Il problema dello spazio territoriale e delle capacità significa anche che il Ciad ha attualmente iniziato a rigettare molti rifugiati sul suo territorio. Il Primo Ministro Nouradin Koumakoye ha affermato recentemente che il Ciad espellerà i rifugiati se la comunità internazionale non li rimuoverà. Ciò potrebbe significare che gli stati confinanti come il Camerun, la Libia e il Niger saranno forzati ad accettare maggiori rifugiati nei prossimi mesi.

... responsabilità dell’UE non è soltanto assicurare protezione a rifugiati e operatori umanitari ...

Tuttavia, la responsabilità dell’UE non dovrebbe essere soltanto assicurare la protezione dei rifugiati e degli operatori umanitari. In questo senso, nonostante la recente firma di un accordo tra le UN e le forze dell’UA sul terreno in Sudan sia stata sottoscritta, prima queste potranno dispiegarsi attorno ai campi in Darfur meglio sarà. La presente forza potrà essere anche accompagnata da degli sforzi tra le UN, il Sudan e il Ciad per evitare una guerra ben più grande in Africa centrale.

Durante i prossimi anni, pertanto, le forze UE affronteranno la missione più ardua sino ad oggi. Si potrebbe vedere la forza EUFOR TCHAD/RCA evolvere verso un maggiore sforzo politico ed economico focalizzato ad evitare maggiori pericoli nella regione. Si potrebbe anche vedere le truppe UE proteggere il governo del Presidente Deby. Soprattutto, tuttavia, si spera che la missione abbatta il morale delle milizie che attaccano i campi profughi e migliaia di persone innocenti.

Fonte immagine: Wikimedia

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