Campagna per un referendum consultivo sulla Costituzione europea

Presentazione della campagna

, di Traduzione di Marco Riciputi, Florian Rodeit

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Campagna per un referendum consultivo sulla Costituzione europea

Il 21 aprile 2007 è ufficialmente partita la Campagna per un referendum consultivo sulla Costituzione europea. Lo scopo è raccogliere al meno un milione di firme a sostegno di una consultazione popolare da tenersi congiuntamente con la prossima elezione del Parlamento europeo nel 2009.

Perché una simile iniziativa?

Più volte si è detto e scritto sull’ importanza di costituzione realmente democratica per il futuro dell’Europa. Tutti argomenti validi che non occorre ripetere. Quello che voglio spiegare è perché sia fondamentale attivarsi da subito a sostegno di questa campagna referendaria.

Questa la situazione attuale: 18 paesi hanno ratificato la bozza di Costituzione e in altri due è stata bocciata tramite referendum nazionali. Tre anni fa i politici non hanno avuto abbastanza fegato per sottoporre la bozza costituzionale ad un referendum pan-europeo. Inutile lamentarsene ora, anche se era chiaro a tutti che le consultazioni nazionali sarebbero state inevitabili. Per lo meno, dalle esperienze di Francia e Olanda abbiamo imparato che non è sensato sottoporre questioni autenticamente europee al ristretto dibattito nazionale.

Dal momento che siamo tutti consapevoli che qualunque proposta di salvataggio della Costituzione porterà comunque ad un nuovo giro di ratifiche, sembra scontato che in alcuni paesi si dovrà ricorrere ancora allo strumento referendario. Qui si inserisce la campagna referendaria: lo scopo principale è convincere il maggior numero possibile di persone che la via dei referendum nazionali sulla Costituzione europea non porta da nessuna parte.

Adoperandoci per la campagna referendaria noi lottiamo anche per la sostanza del testo, perché alcuni referendum nazionali sono richiesti se il testo ha una reale consistenza

Inoltre, un’altra motivazione politica suggerisce di portare avanti la campagna. Alcuni possono esserne sorpresi, ma il referendum ha un impatto sostanziale anche sul contenuto del nuovo testo, che con molta probabilità sarà oggetto del lavoro di una conferenza intergovernativa nel corso dei prossimi mesi del 2007. Ovviamente, alcuni governi nazionali stanno tentando con decisione di svuotare la bozza di Trattato, con conseguente ricorso a consultazioni popolari in uno o più paesi dell’Unione. Si può solo immaginare cosa li spinga in questa direzione: difficoltà a spiegare la Costituzione europea ai propri cittadini per troppa paura o pigrizia?

Comunque le conseguenze per il contenuto del testo, che di certo non si chiamerà più Costituzione o Trattato costituzionale, sono chiare se si agisce in modo da evitare i referendum nazionali:

  nessun cambiamento all’attuale ripartizione delle competenze
  il previsto primato del diritto europeo nelle rispettive aree di competenza sarà cancellato
  il previsto Ministro degli esteri europeo sarà accantonato
  i simboli comuni (inno, bandiera, ecc.) saranno eliminati

In tal caso, uno ha il diritto di chiedersi cosa rimane dell’originale bozza di Costituzione e se tale soluzione è utile a risolvere i problemi istituzionali descritti nella dichiarazione di Laeken, punto di partenza del processo costituzionale. Da un punto di vista federalista questa soluzione al ribasso sarebbe inaccettabile.

Questo significa che c’è un legame diretto tra il tema referendario e il contenuto del testo. Con la richiesta di un referendum noi ci battiamo anche per la sostanza del testo, in quanto se il testo ha reale valore allora saranno necessari anche dei referendum nazionali. Chiediamo solamente di fare un passo oltre: invece di tante consultazioni nazionali dove esserci un’unica consultazione europea.

Tutto questo avrebbe anche un enorme significato simbolico. Votare tutti insieme lo stesso giorno, su una Costituzione, rappresenterebbe un punto di svolta per coloro che vengono chiamati “cittadini europei”.

La richiesta di un referendum europeo è realistica?

Chiedere un referendum legalmente vincolante sarebbe di certo irrealistico, ma pretenderne uno di carattere consultivo rientra nelle sfera del possibile. L’unica condizione è la volontà politica dei governi nazionali. Nessun paese dovrebbe cambiare la propria Costituzione. Sarebbero sufficienti delle leggi ordinarie per dare basi giuridiche alla consultazione.

Il punto centrale è: serve volontà politica! Questo è il succo della campagna. È un’azione politica: anche una volta raccolte un milione di firme non c’è la certezza di ottenere il referendum. Non c’è un automatismo legale che scatta non appena si taglia il traguardo. Possiamo solo fissare degli obiettivi politici e la meta del milione di firme rappresenta uno stimolo potente.

Come funziona la campagna?

Prima di tutto questa azione è la prima campagna pan-europea tramite internet dei federalisti. La speranza è di imbastire anche molte iniziative locali per la raccolta di firme, ma il punto chiave per la riuscita è il sito www.europeanreferendum.eu.

Il progresso della campagna può essere costantemente monitorato dal contatore di firme del sito. È uno strumento che rende il successo della nostra azione trasparente. Siamo consapevoli del rischio che corriamo in caso di sconfitta, ma con grande responsabilità abbiamo deciso di affrontare questa sfida.

Fin dal principio questa azione è stata genuinamente europea. I coordinatori della campagna vivono e lavorano a Berlino, Torino, Londra, Bruxelles e Francoforte. Siamo soddisfatti dell’attuale successo, in particolare del sito e dei partner finora trovati. Ma siamo consapevoli che il lavoro più duro è ancora lì che ci attende, di fronte a noi.

Sostenitori ufficiali della campagna

Union of European Federalists (UEF)..., Young European Federalists (JEF Europe), New Europe, ECAS (European Citizen Action Service), Europa Nostra, Women Citizens of Europe Network (RCE), Generation Europe, Legambiente, Il Circolo Europa, Comune di Mignanego, International Network for Development, APEF

Valéry Giscard d’Estaing, France: President, Convention Européenne, Gérard Onesta, France: Parlement européen, Député Vert, Vice Président, Monica Frassoni, Italy: Parlamento europeo, Deputata, Carlos Carnero, Spain: PSOE, Eurodiputado

Questo articolo è stato pubblicato per la prima volta in tedesco nell’edizione primaverile di Treffpunkt, il magazine della JEF-Germania.

Per vedere la versione tedesca dell’articolo clicca qui.

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