Cartellino rosso: Mario Monti

, di Francesco Pigozzo

Cartellino rosso: Mario Monti

Cartellino rosso a Monti, che nell’intervista concessa a Der Spiegel l’8 agosto scorso ha offerto il fianco al populismo bipartisan in netta ascesa nei Paesi europei, Germania inclusa. Monti ha ragione, pensare di affrontare la crisi dell’Euro legando le mani al Consiglio attraverso la clausola del controllo parlamentare nazionale è come scegliere di distruggere la costruzione europea. Ma il premier italiano si sbaglia di grosso se intende affrontare il problema rivendicando semplicemente lo spazio di manovra dei governi nazionali. Su questo, sono le reazioni tedesche ad avere una parte di ragione.

Il problema è che la crisi dell’Euro non è una crisi economico-finanziaria risolvibile con strumenti economico-finanziari ad hoc, tecnicamente elaborati e politicamente approvati con il metodo intergovernativo. La crisi dell’Euro, è una crisi politico-istituzionale: è la crisi naturale di una moneta senza Stato; di una moneta senza governo legittimato e competente in materie fiscali, di politica economica, energetica, estera e di sicurezza; di una moneta e diciassette democrazie nazionali.

La prossima volta, invece di rinnegare l’utilità degli Stati Uniti d’Europa, abbia il coraggio di proporre il compimento della democrazia europea: vedrà, Professor Monti, i cittadini tedeschi e di tutta Europa saranno con lei.

Passaggio dall’intervista:

Monti: “I can understand that they must show consideration for their parliament. But at the end of the day, every country in the European Union has a parliament as well as a constitutional court. And of course each government must orient itself according to decisions made by parliament. But every government also has a duty to educate parliament. If I had stuck to the guidelines of my parliament in an entirely mechanical way, then I wouldn’t even have been able to agree to the decisions that were made at the most recent (EU) summit in Brussels.”

Spiegel: “Why not?”

Monti: “I was given the task of pushing through euro bonds at the summit. If governments let themselves be fully bound by the decisions of their parliaments without protecting their own freedom to act, a breakup of Europe would be a more probable outcome than deeper integration.”

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