Europa 2020: un fallimento annunciato

, di Federico Brunelli

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Europa 2020: un fallimento annunciato

Mercoledì 3 marzo la Commissione europea ha approvato il piano “Europa 2020” per una crescita “intelligente, sostenibile e inclusiva”, che dovrebbe essere definitivamente varato dal Consiglio europeo entro la prima metà dell’anno [1].

Strategia di Lisbona 2000 – 2010: com’è andata a finire?

E’ opportuno ricordare che 10 anni fa, nel 2000, il Consiglio europeo aveva deciso, nella riunione di Lisbona, di fare dell’Europa l’economia più dinamica del mondo fondata sulla conoscenza, entro il 2010. I governi avrebbero dunque dovuto dedicare maggiori risorse alla ricerca e all’innovazione. L’obiettivo era molto ambizioso. Come è evidente a tutti, la cosiddetta Strategia di Lisbona è fallita.

I leader europei hanno commesso numerosi errori:

1) hanno creduto che sarebbe stato sufficiente un generico coordinamento delle politiche economiche nazionali (dicesi “metodo aperto di coordinamento”) per garantire la crescita e hanno evitato di dare all’UE il potere di stabilire regole vincolanti e sanzioni agli stati inadempienti. In questa situazione, a nessuno stato conviene comportarsi in modo virtuoso ma fa comodo aspettare che siano gli altri a farlo, per goderne i benefici a costo zero. L’ovvio risultato è che non si sono raggiunti gli obiettivi;

2) hanno negato al bilancio europeo le risorse finanziarie necessarie per un efficace piano di investimenti nelle infrastrutture, nella formazione di grandi imprese europee, nella ricerca e nell’innovazione;

3) non hanno consentito l’emissione di titoli di debito pubblico europeo (Union bonds), che avrebbero consentito la raccolta sul mercato mondiale di ingenti capitali finanziari, alla ricerca di un approdo sicuro in una fase storica in cui il dollaro e gli USA non danno più garanzia di affidabilità, remunerabili ad un basso tasso di interesse grazie alla credibilità di cui godono l’UE e l’euro, da utilizzare per il piano di sviluppo europeo.

Europa 2020: Lisbona 2, la (mancata) vendetta?

A quanto ci è dato sapere, pare che la Commissione europea e gli stati non abbiano imparato nulla dagli errori del recente passato. Gli ingredienti del piano ”Europa 2020” ricordano da vicino quelli della Strategia di Lisbona: obiettivi ambiziosi, ampia fiducia nel virtuosismo degli stati nel mettere in pratica autonomamente le politiche necessarie, tante raccomandazioni ma nessuna minaccia di sanzioni, nessun accenno ad una possibile attribuzione alla Commissione di poteri di governo né ad un ampliamento del bilancio europeo.

Perché si sta riproponendo la stessa ricetta, già riuscita male nello scorso decennio?

Non penso sia solo a causa dell’incompetenza della classe politica europea. Anzi, a Bruxelles molti sanno bene che, se si desse all’UE la capacità di realizzare un piano europeo per la crescita, esso risulterebbe uno strepitoso successo, che spazzerebbe una volta per tutte le residue velleità dei poveri stati nazionali di contare ancora qualcosa nel mondo del XXI secolo.

Le proposte contenute in questo articolo sono ormai note, non solo ai federalisti; se non troveranno riscontro nemmeno nel piano “Europa 2020” probabilmente ciò sarà stato frutto di una precisa scelta fatta a tavolino. Non è peregrino, quindi, affermare che, pur di mantenere la parvenza di sovranità che gli stati hanno agli occhi dei cittadini europei, i leader europei stanno ancora una volta pensando di rinunciare a perseguire il benessere presente e futuro dei cittadini europei.

Eppure, cari Merkel, Sarkozy, Berlusconi e Brown [2], non ce la farete. Non salverete il posto al sole che vi illudete ancora di avere, ma che in realtà avete già perso da tempo. Non manterrete a lungo il consenso dei cittadini vendendo loro promesse che a livello nazionale non possono diventare realtà. Il processo di globalizzazione travolgerà voi e la ridicola pretesa di grandeur che ancora interpretate. Se volete finire sui libri di storia, avete una possibilità per farlo: avviare la creazione della Federazione europea. Solo così passerete dalla parte dei vincitori di questo periodo storico. Altrimenti, mi spiace per voi, resterete confinati tra i “vinti” di verghiana memoria.

Foto: Nicolas Sarkozy e Angela Merkel. Fonte: Flickr

Note

[1Si vedano, a titolo di parziale rassegna stampa, gli articoli 1, 2 e 3

[2Cito 4 capi di governo per citarne 27.

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