Il Partito Socialista francese sceglie il suo segretario

Sarà una vittoria di Pirro?

, di Matteo Minchio

Il Partito Socialista francese sceglie il suo segretario

Probabilmente mai nella storia della democrazia una manciata di voti potrebbe essere stata tanto decisiva. In seguito al ballottaggio tra Martine Aubry e Ségolène Royal per la conquista della guida del Partito Socialista francese, soltanto 42 voti hanno rappresentato lo scarto tra le candidate alla segreteria, attribuendo la vittoria a Martine Aubry, Sindaco di Lille, e strappandola per un soffio alla ex-candidata alle presidenziali, Ségolène Royal. Una vittoria sofferta, data prima per scontata e poi quasi per impossibile, ma che ha già dato luogo a vigorose polemiche.

La crisi del Partito Socialista francese

Il Partito socialista è in crisi da tempo. Quanto meno dalla sconfitta alle presidenziali del maggio 2007, dove Sarkozy ha vinto pesantemente la sinistra che aveva sperato di trovare nella sua candidata, Ségolène Royal, la nuova Giovanna d’Arco. In realtà, la disfatta elettorale dell’anno scorso è figlia di tre fattori che ancora oggi segnano il partito. In primo luogo la terribile delusione del 2002, quando Jospin, allora guida del governo, non riuscì nemmeno ad arrivare al ballottaggio con Chirac, presidente uscente, lasciando il posto all’estrema destra di Le Pen. Per i socialisti fu incredibile perché furono costretti a votare la destra repubblicana che avevano per decenni osteggiato.

In seguito, ci fu la battaglia sulla costituzione europea, che divise profondamente il partito tra europeisti e nazionalisti. Una ferita tuttora insanata che, in seguito alla vittoria dei “nonistes” ha portato il partito a mettere per sempre in un cassetto il tema dell’integrazione europea. Infine la frattura tra la vecchia

... dopo il referendum sulla costituzione il partito ha messo nel cassetto l’integrazione europea ...

guardia figlia dell’epoca mitterandiana e le nuove leve del partito, innamorate del cambiamento incarnato da figure come la Royal. Un’ostilità viscerale dell’establishment socialista verso il proprio candidato alle presidenziali 2007, che ha decretato inevitabilmente una vittoria sicura per il già favorito Sarkozy.

La corsa alla segreteria del Partito

Sebbene si tratti della terza sconfitta consecutiva alle Presidenziali (1995, 2002, 2007), il PS francese non ha iniziato un’analisi critica del proprio programma o della propria strategia di alleanze, concentrandosi piuttosto su una nuova corsa elettorale, quella alla segreteria. L’attuale segretario, François Hollande, in carica dal 1997 quando fu nominato direttamente da Jospin una volta divenuto primo ministro, non ha mai avuto il carisma per guidare il partito. A succedergli si sono presentati ben quattro capi-correnti, appoggiati da veti trasversali delle antiche correnti e piuttosto incapaci di coagulare attorno ad essi il consenso. Tra questi, Ségolène Royal, indomito “cane sciolto”, questa nel tentativo di guidare il partito che non la appoggiò nel 2007, Martine Aubry, già famosa per aver istituito le 35 ore in Francia sotto il governo Jospin, Bertrand Delanoe, sindaco di Parigi di posizioni liberali, e Benoit Hamon, il più giovane dei quattro, ma il più ancorato all’idea di sinistra tradizionale. Quattro mozioni, ma tre candidati, perché dopo una prima votazione sui programmi, preso atto che la sua candidatura non sarebbe stata maggioritaria, Delanoe si è sfilato e Hamon l’ha seguito, battuto dopo il primo turno di primarie. Entrambi gli sconfitti hanno appoggiato Aubry, considerando la Royal impreparata e arrivista. Ciononostante, molti giovani militanti conquistati dal suo fascino, sono accorsi in massa ai seggi per sostenerla. Lo scontro serrato tra le due donne candidate ha sempre visto in testa Ségolène, sinché, in piena notte del 22 novembre, è cambiata la tendenza dando la vittoria alla Aubry.

Una vittoria sospetta di brogli, ma nei fatti si è prodotta una nuova spaccatura nel partito. Qualora Martine Aubry resti vincitrice rischia di esser una guida fragile, appoggiata in nome dello slogan “Tutti salvo Ségolène!”, e presto i suoi sostenitori le chiederanno lo scotto nella scelta del candidato alle presidenziali. Paradossalmente Ségolène Royal da sconfitta ha il vantaggio di poter vantarsi di avere metà del partito a sostenerla e soprattutto la gran parte dei giovani militanti al suo fianco. Sia terzo turno o nuovo conteggio, una nuova battaglia si preannuncia.

Una ricostruzione difficile sulle macerie della sinistra

Il partito socialista è da tempo in crisi di leadership, ma soprattutto manca di una strategia per governare il paese, che poi è l’altra ragione della sua crisi d’identità. La sinistra francese è stata depredata dei suoi temi forti dalla destra repubblicana di nuova marca sarkozysta, la quale, con la sua “politica di apertura” ha incluso nel governo molti esponenti della sinistra storica riformista e prosciugato il centro.

L’innovativa rottura di Bayrou e il suo MoDem (Mouvement Democrate) con la destra ha aperto a sinistra il dibattito sull’opportunità di un’alleanza in stile italiano. L’ammirazione di molti militanti socialisti verso la sintesi trovata tra l’anima cattolica e quella socialdemocratica nel PD,

... un partito socialista francese da lungo tempo in crisi di leadership ...

dimostrata dall’importazione oltralpe del metodo delle primarie, tradisce una certa voglia di andare oltre lo slogan storico de “l’unità a sinistra” e cercare una nuova maggioranza per governare il paese. Malgrado Martine Aubry sia un personaggio serio e con una precisa linea politica europeista e socialdemocratica, essa non appartiene alla corrente possibilista verso un’alleanza con il centro. Al contrario, Ségolène Royal, criticata proprio perché spesso demagoga nei suoi discorsi, si è dimostrata aperta a considerare anche tale ipotesi, per molti un’eresia, pur di vincere lo scontro con la destra. Qualunque futuro aspetti la sinistra francese, il congresso di Reims, seppur nel suo fallimento, segnerà una svolta nella storia del partito socialista dalla quale ricostruire le basi per una nuova visione per il futuro del paese.

Fonte dell’immagine: Flickr.com

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