Lettera a Emma Bonino

, di Lucio Levi

Lettera a Emma Bonino

Onorevole Bonino,

i federalisti condividono la Sua analisi, apparsa su La Stampa del 7 dicembre, secondo la quale l’euro non si salva senza un bilancio federale e sono d’accordo anche che l’ammontare del bilancio non debba superare il 5% del PIL europeo. La “Federazione leggera” risponde pienamente alla sfida di dare un governo efficace all’economia e alla politica estera e di sicurezza dell’Unione. Questo obiettivo è diventato oggi possibile. Ma come arrivarci?

Mi permetto di proporle alcuni orientamenti, che sono al centro delle discussioni che si svolgono nel MFE, sulle iniziative da intraprendere per affrontare i nodi che l’aggravarsi della crisi impone di sciogliere. Schematizzando, credo si possa dire che
  il rigore nei bilanci degli Stati, che a ragione esige il governo tedesco, non basta;
  occorre promuovere lo sviluppo, ma secondo un nuovo modello ecologicamente e socialmente sostenibile;
  questa è la via maestra per ricuperare il consenso dei cittadini verso il progetto europeo;
  gli investimenti nei beni pubblici europei da Lei indicati devono essere finanziati tramite risorse proprie (per esempio una carbon tax) e Union bonds rimborsabili nel corso del tempo;
  il FESF deve evolvere da mero meccanismo intergovernativo qual è ora in Agenzia federale del debito pubblico, per garantire il rigore nella gestione del debito;
  il nuovo Patto di Stabilità e di Crescita, deve avere rilievo costituzionale e ciò esige che si ponga mano alla revisione del Trattato di Lisbona, come chiede la Germania, e per raggiungere questo obiettivo è sufficiente una procedura di revisione semplificata;
  il dibattito sulla ripartizione delle risorse fiscali tra l’UE e gli Stati membri (e quindi anche sull’incremento delle risorse proprie dell’UE) deve avvenire nell’ambito di Assise rappresentative del Parlamento europeo e dei Parlamenti nazionali (sul modello delle Assise di Roma del 1990, che aprirono la via al Trattato di Maastricht), in conformità con il principio che il potere di bilancio appartiene ai Parlamenti;
  l’Italia dovrebbe prendere l’iniziativa di convocare e ospitare le Assise;
  la decisione sugli assetti costituzionali dei poteri di bilancio dell’UE deve essere presa da una Convenzione costituente europea, la quale dovrà anche decidere sui poteri e sulle competenze relative all’unificazione della politica estera e di sicurezza;
  all’UE deve essere attribuito il potere di parlare a nome degli Stati membri nel FMI, nella BM, e nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU, come già avviene nell’OMC e nella FAO, e, in attesa che l’UEM si estenda a tutti i membri dell’UE, ai paesi dell’Eurogruppo deve essere conferita una rappresentanza unica in seno al FMI.

Sono convinto che un’iniziativa congiunta del PR e del MFE sul rilancio del progetto federale europeo potrebbe dare maggior peso alle nostre rivendicazioni.

Con la viva cordialità.

Lucio Levi (Presidente del Movimento Federalista Europeo)

Immagine: JEF Europe, Congresso di Firenze, anno 2009

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