Una Giornata di Lutto Europeo

, di Stefano Rossi

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Una Giornata di Lutto Europeo

Credo che molti di noi, studiando la Storia, si siano trovati di fronte al seguente interrogativo: come potevano i cittadini tedeschi della Germania hitleriana accettare che migliaia di famiglie di ebrei venissero internate nei campi di concentramento e mandati a morire nei forni crematori? Come potevano rimanere indifferenti di fronte ad una simile barbarie? Come potevano non reagire, e rendersi complici silenziosi del massacro? Non parlo dei soldati, delle truppe scelte, o degli uomini che agivano per la realizzazione del massacro, ma della gente comune, delle persone normali: dei panettieri, dei muratori, degli impiegati, degli studenti, dei pensionati, dei medici, delle casalinghe.

Lo stupore con cui ci siamo posti questa domanda non dovrebbe più colpirci. La lettura delle pagine di quegli anni non dovrebbe più suscitare in noi indignazione, ribrezzo o rabbia. Perché oggi noi siamo quegli stessi panettieri, muratori, impiegati, studenti, pensionati, medici, casalinghe che vivevano a due chilometri dai campi di concentramento, che vedevano i treni entrarvi pieni e uscirne vuoti.

Il macello a cui assistiamo da anni è diventato uno spettacolo tutto sommato accettabile; iniziamo allora a comprendere come facessero quei cittadini tedeschi a proseguire le loro normali vite, perché noi siamo facendo lo stesso. Intere famiglie che fuggono da guerre e povertà vengono sterminate sotto i nostri occhi. Uomini, donne e bambini sono internati nei Centri di Identificazione ed Espulsione, dove vivono prigionieri senza processo e senza diritti per mesi, se non anni.

Abbiamo criticato la politica italiana di immigrazione, abbiamo condannato i CIE e manifestato per la loro chiusura, ma non abbiamo fermato il massacro. Oggi i cadaveri dei naufraghi di Lampedusa gridano dal fondale, ci urlano la loro disperazione e il loro dolore. Possiamo immagazzinare questo dolore insieme a quello degli altri ventimila, e farne il nostro bagaglio di indifferenza, in attesa che qualche libro di Storia racconti lo sterminio dei migranti da parte del popolo europeo.

Oppure possiamo cercare una soluzione concreta e realizzabile. È evidente che il solo Governo italiano non ha le risorse sufficienti per fronteggiare il problema, né potrebbe farlo in maniera efficace: personalmente non mi sentirei la coscienza pulita se invece che sulle coste italiane i migranti continuassero a morire sulle spiagge spagnole, o al largo delle coste greche.

Serve che l’Europa si prenda carico del problema, agisca in maniera mirata a partire dalla gestione dei visti di ingresso e delle domande di asilo. La politica di immigrazione europea è oggi del tutto insufficiente e non è dotata delle risorse e delle competenze necessarie.

Condivido l’appello di MeltinPot Europa per l’apertura di un canale umanitario per il diritto d’asilo europeo; mi piacerebbe che l’Unione cogliesse da subito l’iniziativa e che il Parlamento europeo dichiarasse la giornata di oggi una Giornata di Lutto Europeo, perché tale è.

Ci sono poche occasioni per risvegliare coscienze imbalsamate come le nostre di cittadini d’Europa: oggi il sangue che bagna le coste di Lampedusa scorre sulle nostre mani quando apriamo un giornale, scivola sul tavolo dove ceniamo, filtra sulla tastiera del computer che stiamo usando. Coltiviamo lo sdegno, il ribrezzo, la rabbia, e facciamo che questo non accada più.

Leggi l’Appello al Parlamento europeo per una Giornata di Lutto Europeo proposto dalla Gioventù Federalista Europea.

Tuoi commenti
  • su 5 ottobre 2013 a 01:48, di Edoardo Morino In risposta a: Una Giornata di Lutto Europeo

    L’Europa ha fatto del diritto di cittadinanza uno dei suoi pilastri: non lo neghi a chi sbarca sulle sue rive.

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