Intervista con Pietro Marcenaro

Una voce dal Parlamento italiano

, di Fedra Negri

Una voce dal Parlamento italiano

Abbiamo intervistato Pietro Marcenaro, deputato dell’Ulivo alla Camera, ed ex segretario regionale dei Democratici di Sinitra. Con lui, membro della commissione esteri, abbiamo voluto approfondire il cammino che il nostro Governo sta conducendo in politica estera, con particolare attenzione ai temi dell’integrazione europea.

Il primo gennaio 2007 ha segnato l’ingresso di due nuovi stati nell’Unione Europea, la Romania e la Bulgaria. Pochi sanno che a Torino risiede la terza comunità rumena al mondo per numero di abitanti dopo Bucarest e Timisoara. Quali saranno le conseguenze? Come verranno modificate le procedure per i permessi di soggiorno? Avranno diritto di voto attivo e passivo alle elezioni amministrative e a quelle europee del 2009?

Dal 1° gennaio i cittadini rumeni e bulgari hanno libero accesso al mercato del lavoro e hanno acquisito i diritti politici. C’è già liberalizzazione nel settore agricolo, alberghiero, turistico, edilizio, metalmeccanico, stagionale, dirigenziale ed altamente qualificato oltre che, naturalmente, nel lavoro autonomo. Anche le badanti e le baby-sitter possono svolgere tranquillamente il proprio mestiere. Questo grazie ad una circolare dei ministeri dell’Interno e della Solidarietà Sociale del 2 gennaio sulla libera circolazione dei cittadini dei due nuovi stati membri dell’Ue. La fase transitoria per tutti gli altri impieghi durerà un anno: è già stata avviata la procedura per la normalizzazione. Intanto tutte le richieste per le carte di soggiorno sono già state cancellate dai flussi. Inoltre rumeni e bulgari hanno acquisito i diritti politici di voto e di eleggibilità secondo gli articoli 17 e 18 del Trattato di Maastricht per le elezioni europee e per le comunali. Occorre solamente iscriversi alle liste elettorali dei propri Comuni di residenza: su questo occorrerebbe dare una buona campagna di informazione.

...rumeni e bulgari hanno acquisito i diritti politici di voto e di eleggibilità

L’Ue deve puntare sull’allargamento per contare di più ai tavoli decisionali internazionali?

E’ di importanza straordinaria allargare i confini verso i Paesi dell’ex blocco sovietico: l’esperienza europea dimostra che si può esportare la democrazia attraverso la comunicazione, con la fiducia nelle relazioni diplomatiche. L’evoluzione verso sistemi democratici degli Stati dell’ex Patto di Varsavia è uno dei più grandi risultati ottenuti nell’ultimo decennio. Restano però da affrontare due problemi: i Balcani e la Turchia. Il 2 febbraio il commissario dell’Onu per il Kosovo ha lanciato la proposta di “indipendenza vigilata” che potrebbe scatenare ulteriori tensioni, con i serbi ed i russi da una parte, gli americani e gli albanesi dall’altra. Una prospettiva di allargamento verso i Balcani, non solo verso la Slovenia e, nel futuro quasi immediato, la Croazia. Siamo in una situazione dove la Macedonia, ad esempio, in ambito internazionale non può nemmeno avere il proprio nome.

...si può esportare la democrazia attraverso la comunicazione

La Turchia potrà davvero essere la chiave di svolta?

La Turchia è un grande Paese, che conta più di settanta milioni di abitanti. Questo è il punto dove ci giochiamo un rapporto diverso, non basato sullo scontro di civiltà, con quella che è la culla del cristianesimo e dell’Islam. Grazie alla Turchia l’Ue potrà giocare un ruolo fondamentale nei rapporti con l’area mediorientale e anche con i Paesi dell’Asia centrale: l’allargamento deve continuare attraverso il riconoscimento dei diritti, della democrazia, ma rispettando le regole, accompagnando così lo sviluppo.

In Europa la questione energetica è uno dei temi fondamentali dell’agenda politica. Quali rapporti intercorrono tra l’Italia e la Russia, suo fondamentale partner?

Un Paese come l’Italia dovrebbe avere maggiore autonomia, ma per questo bisognerebbe avere le strutture e gli impianti, escludendo ovviamente l’energia nucleare. Il rapporto con la Russia è importante, visto che da lì arrivano buona parte della provvigione energetica del nostro Paese. Putin oggi si sente forte, un sentimento che nasce dall’indebolimento politico americano. Con l’aumento del prezzo del petrolio e del gas, la Russia gioca un ruolo di global player nello scacchiere internazionale. C’è però il rischio di un’evoluzione autocratica, di una “democratura”: chi pensava che la Russia, dopo la caduta del regime sovietico, fosse uscita definitivamente dal novero delle potenze mondiali, si è sbagliato: occorre riconoscerle un ruolo forte, costruendo un rapporto commerciale teso a contrastare questa involuzione. Quarantasette Paesi del Consiglio d’Europa hanno votato una risoluzione contro l’uso politico delle risorse energetiche: purtroppo però i governi di Georgia, Bielorussia ed Ucraina subiscono continue influenze russe. Il compito della presidenza tedesca è quello di rinegoziare il rapporto bilaterale Russia-Ue scaduto nell’autunno del 2005.

Onorevole Marcenaro, la Presidenza tedesca dell’Ue sembra voler rilanciare il tema della Costituzione Europea. E’ questa la strada da percorrere?

La Costituzione europea è una delle grandi questioni che decideranno il destino delle generazioni future. La costruzione dell’Europa politica è una decisione che potrà avere delle conseguenze straordinarie e aprire delle prospettive assolutamente nuove. Oggi, purtroppo, c’è una crisi molto forte dopo i risultati dei referendum francese ed olandese, così come l’atteggiamento del Regno Unito. Questo problema diventa ancor più importante con l’allargamento dell’Ue. La presidenza tedesca, grazie alla forte tradizione europeista della Germania, potrà rafforzare l’idea di Europa.

...occorrono una politica estera e di difesa comune a tutti gli Stati membri

Anche l’Italia deve proseguire un processo politico di cessione di sovranità, affinché l’Ue abbia un peso politico ai tavoli decisionali e possa ricoprire un ruolo di pace: per questo però, occorrono una politica estera e di difesa comune a tutti gli Stati membri.

I Federalisti europei hanno proposto un referendum sulla Carta costituzionali da tenersi insieme alle elezioni per il rinnovo del parlamento di Strasburgo nel 2009. Cosa ne pensa?

La soluzione del referendum potrà essere possibile soltanto se si creeranno le condizioni, se rimaniamo nello stato attuale il problema non verrà risolto. La Germania dovrà lavorare secondo un calendario di diciotto mesi, visto che prossimamente la presidenza toccherà a due piccoli stati. C’è da risolvere il problema della Gran Bretagna.

Fonte immagine pingendiartifex/Flick

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