Valori, risparmio e fiducia

La ricetta per un’economia italiana basata sulla conoscenza

, di Francesco Frimale

Valori, risparmio e fiducia

Tutti noi viviamo in un mondo di straordinaria bellezza e ricco di opportunità (soprattutto per i giovani); un mondo che è però essenziale comprendere e pericoloso, se non fatale, fraintendere, un mondo nel quale la dimensione e la velocità del cambiamento indotto dalla Globalizzazione non ha precedenti.

Con l’ascesa della Cina e dell’India, la maggioranza dell’umanità oggi è impegnata nell’economia globale. Non ci sono analogie storiche per uno sviluppo di questa portata. In questo contesto l’Italia potrebbe giocare un ruolo da protagonista, scrollandosi di dosso il declinismo strisciante che la caratterizza ed orientando il suo attuale sistema economico verso l’innovazione, abbracciando i vantaggi di un’economia aperta, adottando un approccio che enfatizzi l’importanza della formazione a tutti i livelli attraverso maggiori e più finalizzati investimenti in ricerca e sviluppo e introducendo strutture istituzionali con regole più flessibili, che creino un ambiente di lavoro più dinamico e competitivo, adatto ad un’economia basata sulla conoscenza.

... tre ingredienti indispensabili per la ricetta italiana ...

Per realizzare tutto ciò l’Italia ha bisogno di tre ingredienti indispensabili: valori, risparmio, fiducia. Se l’Italia è il paese che cresce di meno da 10 anni a questa parte nonostante il boom economico mondiale, la causa può risiedere in buona parte nella crisi di valori che il paese attraversa; un paese chiuso, ripiegato su se stesso, incapace di “osare il futuro”. Un paese dove, escludendo alcune “minoranze creative”, ognuno cura il proprio orticello, il suo “particolare”; pochissimi guardano al bene comune e hanno il coraggio di proporre azioni nell’interesse generale, rischiose di intaccare qualche interesse corporativo.

L’unico modo per accendere il turbo della crescita economica ben oltre il misero potenziale dell’1% e non venire travolti dalla concorrenza asiatica è quello di innescare un circolo virtuoso nell’ economia, riempiendo di valori e “conoscenza” prodotti e servizi che diano una gratificazione profonda al consumatore, dove il prezzo pagato diventa un dettaglio di secondo piano, con la conseguenza diretta della creazione e sviluppo diffuso di un “indotto” di knowledge workers. Pensiamo al design, al marketing, ai servizi iperspecializzati e on demand rivolti alla persona!

Ma affinché questo sia possibile dovranno cambiare anche i consumi: non più futili, bulimici e indotti da mode passeggere, ma consapevoli, morigerati e mirati a soddisfare le esigenze profonde del consumatore; esigenze legate a valori immateriali come la salute la qualità della vita, la salvaguardia dell’ambiente. In questo modo il PIL potrà tornare a crescere in mondo non più solamente quantitativo ma anche e soprattutto qualitativo e maggiormente sostenibile, innescando di conseguenza anche la crescita della fiducia, altra pietra angolare dell’economia che stimola le persone a rischiare e ad investire con quel pizzico di incoscienza capace di generare il “nuovo”.

Manca solo un ultimo ingrediente: il risparmio, altra grande risorsa (poco valorizzata se non proprio sprecata) dell’Italia. Il risparmio è oggi fondamentale soprattutto per i giovani, tentati da un consumismo sfrenato, per porre le basi di un futuro più certo. Senza risparmio non possono esserci investimenti, ma allo stesso tempo è necessaria una cultura finanziaria adeguata da parte del risparmiatore e una granitica moralità del sistema bancario.

... un’economia della felicità per il sistema italiano ...

L’Italia può certamente farcela, ma solo con uno sforzo corale di tutti gli italiani, che devono solo smetterla di piangersi addosso, prendere in mano le redini del proprio destino credendo in loro stessi e nelle loro potenzialità, valorizzando le proprie vocazioni, aprendo la mente e proiettandosi con fiducia verso il futuro, instillando conoscenza a tutti i livelli e ridando valore alle persone, riscoprendo il senso di comunità, della qualità della vita, ponendo l’accento sui valori della bellezza del nostro territorio e del nostro modo di vivere a misura d’uomo.

Così potremmo finalmente essere presi in considerazione dal New York Times e dal mondo intero non per la nostra tristezza, ma per la nostra felicità.

Fonte dell’immagine: World Wide Web

Tuoi commenti
  • su 3 luglio 2008 a 12:29, di Massimo In risposta a: Valori, risparmio e fiducia

    Ciao Francesco, il tuo articolo è ottimo e indica la direzione che il nostro paese dovrà necessariamente ritrovare se vorrà continuare a garantire un futuro prospero ai propri cittadini. Serve però qualcosa di più per farcela. Abbiamo almeno due problemi da affrontare: il primo che gli investimenti che suggerisci richiedono somme ingenti che difficilmente uno stato europeo potrebbe supportare da solo, il secondo che la salute la qualità della vita, la salvaguardia dell’ambiente non potranno essere realizzati in uno stato solo. L’immigrazione degli stati più poveri, la competizione al ribasso delle economie emergenti, la politica di svalutazione attuata dagli Stati Uniti richiedono la capacità di mettere in campo una politica estera, che si proponga di rivedere i compiti delle istituzioni internazionali, che soltanto il livello europeo può pensare di effettuare con una certa efficacia.

    ciao Massimo

  • su 2 agosto 2008 a 14:45, di ? In risposta a: Valori, risparmio e fiducia

    Caro Francesco, a proposito del tuo interessante articolo, ti consiglio di leggere (se non l’hai già fatto) «Economia Civile» (Il Mulino) di Zamagni, Bruni. Nella direzione del tuo discorso, gli autori propongono un cambio di rotta passando per la società civile... credo che lo troverai sicuramente stimolante!

    Saluti Fabrizio Masini

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