Youth Guarantee: una possibile soluzione alla disoccupazione giovanile?

, di Peter Matjašič, Tradotto da Alice Stradi

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Youth Guarantee: una possibile soluzione alla disoccupazione giovanile?

I Ministri del Lavoro degli Stati membri dell’Unione europea hanno appena concluso un accordo politico su un Progetto di Garanzie per i Giovani (Youth Guarantee Scheme). In un’Europa in cui i tassi di disoccupazione non accennano a scendere, fino a che punto un programma del genere può rimettere i giovani sul mercato del lavoro e renderli una componente attiva e partecipe della società?

Il 28 febbraio, il Consiglio d’Europa si è accordato su una Raccomandazione che stabilisce dei piani di Garanzie per i Giovani negli Stati membri dell’Unione europea. Lo scopo di questi progetti è assicurare a tutti i giovani al di sotto dei 25 anni di ricevere delle offerte di lavoro di buona qualità, una formazione senza interruzioni, un apprendistato o un tirocinio entro quattro mesi dal momento in cui restino disoccupati o abbandonino gli studi.

Evitare una “generazione perduta”

La Raccomandazione sulla Youth Guarantee è stata approvata in un momento in cui la disoccupazione giovanile è diventata un problema grave e diffuso in tutta Europa. Il 24% dei giovani europei è disoccupato; in Spagna e in Grecia questo dato supera il 50%. Gli effetti di una crisi del genere sono di ampia portata: secondo Eurofound, il costo dell’esclusione di un così grande numero di persone dal mercato del lavoro è di 153 miliardi di Euro all’anno, più di 1,2% del PIL europeo. Approvando il progetto Youth Guarantee, gli Stati membri riconoscono che, perché la situazione migliori, è necessario che i giovani godano di una considerazione particolare nelle politiche per l’impiego e di misure specifiche che facilitino il loro ingresso nel mercato del lavoro.

Funzionamento pratico della Youth Guarantee

Che cosa può dunque fare la Youth Guarantee per contrastare questa epidemia? Il potenziale positivo della Youth Guarantee è mostrato dai Paesi in cui questo progetto è già da tempo una realtà. La Finlandia, nel 1996, ha introdotto una sorta di Youth Guarantee finalizzata ad offrire servizi di collocamento personalizzati ai giovani. Unito alle politiche attive del mercato del lavoro, come l’apprendistato e il sostegno nell’accedere a tirocini e apprendistati, il progetto si è rivelato piuttosto popolare: nel 2011, l’83,5% dei giovani alla ricerca di un impiego ha beneficiato di un intervento di successo entro tre mesi a partire dal momento in cui si è registrato come disoccupato. In Austria, il servizio pubblico di collocamento, creato su misura per i giovani a rischio di esclusione sociale, ha permesso di avere una delle più basse percentuali di disoccupazione giovanile in Europa.

Le sfide da affrontare

Nonostante questi successi, restano alcune difficoltà legate alla realizzazione del progetto. La sua versione svedese, in vigore dal 1984, è stata messa a dura prova dall’aumento vertiginoso di domande causato dalla crisi; lo stesso è accaduto in Finlandia, dove, nel 2009, non c’era che un consulente ogni 700 utenti. Persino il modello danese si è rivelato problematico a causa dell’impossibilità di ricevere indennità di disoccupazione al di fuori del sistema, il che ha avuto un impatto molto negativo nella relazione tra i giovani e i servizi pubblici di collocamento.

Fare di più

Queste sfide indicano chiaramente che i 6 miliardi di Euro recentemente stanziati dall’Unione europea per far fronte alla disoccupazione sono un buon inizio, ma non bastano. A livello nazionale, è imperativo investire nei servizi pubblici di collocamento per avvicinarli ai giovani, così come è necessaria la creazione di forti collaborazioni con gli investitori. Un intervento e una mobilitazione rapidi sono cruciali per evitare che i giovani diventino o restino NEET (Not in Employment, Education or Training: né lavoratori, né studenti, né apprendisti) e siano esposti al rischio della povertà e dell’esclusione sociale.

Il fatto che il sistema abbia avuto un impatto limitato sulla gioventù “difficile” e “chiusa in se stessa”, inoltre, sottolinea l’importanza di coinvolgere le associazioni giovanili nella sua organizzazione. Le associazioni giovanili di tutta Europa sono specializzate nel fornire tirocini incentrati sulla carriera lavorativa e nello sviluppare una cultura imprenditoriale. Grazie alla loro capacità di mettersi direttamente in contatto con i giovani, esse devono essere viste come attori di vitale importanza nell’attuazione pratica e nella supervisione della YG.

È chiaro che la YG costituisce un passo molto importante contro la piaga ogni giorno peggiore della disoccupazione giovanile. Il miglioramento del sistema non deve essere visto come un costo da parte dei governi nazionali, ma come un investimento necessario e di valore inestimabile, con vantaggi sul lungo termine, per una generazione di giovani che rischia di essere dimenticata fin troppo facilmente.

Fonte immagine Flickr

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