Grand Tour 2.0: viaggio tra le Regioni italiane

Grand Tour 2.0: La Basilicata, tra calanchi e petrolio

, di Amanda Ribichini

Grand Tour 2.0: La Basilicata, tra calanchi e petrolio
Pixabay, Free License

Il Grand Tour arriva in Basilicata: Regione piccola, spesso dimenticata, nasconde un notevole patrimonio, insieme a molti problemi. Tra infrastrutture, giovani e ambiente, qual è la situazione odierna nella Regione dei Sassi?

  • Area: 10 073,32 km²
  • Capoluogo: Potenza
  • Province: 2 (Potenza, Matera)
  • Abitanti: 535.830

Presidente: Vito Bardi (FI), dal 2019

Composizione della Giunta regionale: Vito Bardi (Presidente, FI), Francesco Fanelli (Vicepresidente, Lega), Donatella Merra (Lega), Alessandro Galella (FdI), Cosimo Latronico (FdI)

Composizione del consiglio regionale:

  • Fratelli d’Italia: 4
  • Lega: 2
  • Forza Italia: 2
  • Basilicata Positiva: 1
  • Idea per un’altra Basilicata: 1
  • Gruppo misto: 1

Totale maggioranza: 10 consiglieri + Presidente di regione

  • Movimento 5 Stelle: 2
  • Italia Viva: 2
  • Basilicata Oltre: 2
  • Prospettive Lucane: 2
  • Partito Democratico: 1
  • Gruppo misto: 1

Totale opposizione: 10 consiglieri

Per un totale di 1 donna e 20 uomini

Oggi la nostra rubrica si sposta in Basilicata, piccola Regione del Sud Italia, la cui conoscenza spesso non va oltre la fama di Matera, la città nota per i suoi “Sassi”. In Basilicata c’è però molto di più, più di quanto potremmo aspettarci. Dopo una breve panoramica sulla politica regionale e come si è evoluta nell’ultimo periodo, ci sposteremo poi sull’analisi di una delle più grande ricchezza e, insieme, problema di questo territorio.

La Regione, come tante altre in Italia, è stata uno storico appannaggio del Partito Democratico, almeno fino alle ultime elezioni regionali, tenutesi nel 2019, che hanno visto primeggiare per la prima volta il candidato di centrodestra, Vito Bardi. L’uomo, già vice comandante generale della Guardia di Finanza, è stato eletto con il 42,2% dei voti in Forza Italia. Il nome di Bardi, proposto da FI, è stato accettato dagli altri partiti di coalizione non senza qualche lamentela. La figura del Presidente si è indebolita ulteriormente lo scorso ottobre, dopo un’inchiesta che ha portato all’arresto del Capogruppo di Forza Italia in regione Francesco Piro. Il presidente, insieme ad altri tre esponenti del Consiglio regionale, sono stati indagati. Il motivo? Induzione indebita, corruzione, tentata concussione, traffico di influenze e abuso d’atti d’ufficio sono i reati a loro contestati, legati soprattutto all’ambito sanitario.

Fin da subito la nuova giunta ha affermato di voler creare il “brand” Basilicata, e limitare la fuga di cervelli, puntando sull’università e sulle infrastrutture.

Ma qual è la situazione di oggi, in Basilicata?

Per quanto riguarda la condizione dei giovani, la situazione è paragonabile alle altre Regioni del mezzogiorno: il tasso dell’emigratorietà verso altre Regioni italiane è 7 su mille, di cui la maggior parte giovani qualificati. Solo nel 2019, 4.000 laureati hanno lasciato la Basilicata, il doppio dell’anno precedente. L’unica università della regione, l’UNIBAS, continua a perdere iscritti, attualmente ne conta poco più di 5.700. Nonostante questi dati allarmanti, sembra difficoltoso agire sul problema, e per questo motivo si cercano soluzioni classificabili come “posticce”. Un esempio è il Premio Mondi Lucani, stabilito nel 2019. Questo riconoscimento va a premiare i lucani che, nel mondo, si siano distinti nei propri campi di studio o lavorativi. Accettando questo premio, essi accettano di sottoscrivere un “patto etico” con la Regione e mostrano il loro impegno a mettersi a disposizione. Nonostante questo premio non sia di per sé negativo, non lo si può di certo definire come un progetto che lavori dal basso, per uno sviluppo dei talenti sul territorio.

Sicuramente uno degli ostacoli per la comunicazione all’interno della Regione è la carenza delle infrastrutture. Attualmente, solo il 10% dei Comuni sono raggiungibili tramite ferrovia, e il 53% dei treni ha più di 15 anni. Meno del 4% delle linee ferroviarie è a doppio binario, e solo la metà sono elettrificate. Il trasporto di cui si usufruisce di più è quello su gomma; la via di comunicazione principale della Regione è la Basentana, strada statale che collega Potenza a Metaponto. La strada è conosciuta per essere mortale: nel 2019, solo su questo percorso hanno perso la vita 5 persone, e ne sono rimaste ferite 30.

Se fino a qui, le vicende della Regione non ci sorprendono più di anto, la Basilicata nasconde in realtà un aspetto del tutto particolare per la nostra penisola, sconosciuto ai più: le ricchezze del sottosuolo.

In Val D’Agri, infatti, si trova il più grande giacimento di petrolio onshore d’Europa; l’80% del petrolio estratto in Italia viene da lì. La piattaforma estrattiva più grande della Regione, attualmente funzionante, è quella di Tempa Rossa, nel comune di Corleto Perticara (alta Valle del Sauro). Il giacimento è stato scoperto nel 1989 e oggi è di proprietà della Total. Dopo aver ottenuto, tra il 2011 e il 2012, l’autorizzazione per la costruzione degli impianti, essa si è conclusa nel 2018. Nel 2020, a Tempa Rossa sono state estratte 4,6 tonnellate di greggio.

Questa situazione, che sembra una fortunata coincidenza per questa piccola Regione, nasconde in realtà vari problemi.

Il primo tra tutti riguarda l’ambiente. In particolare, la presenza di attività estrattive nel territorio ha portato a una contaminazione delle falde acquifere notevole. Il caso più grave riguarda il Lago Pertusillo, la più grande riserva di acqua potabile del Sud Italia. Proprio quest’anno, dopo l’avvistamento di una insolita macchia di marrone scuro nel lago, sono state svolte delle analisi. I risultati sono allarmanti: nell’acqua del lago sono presenti 311 microgrammi di idrocarburi, molto vicino alla soglia dei 350, che indica la contaminazione. Non è la prima volta che succede; nel corso degli anni, si sono accumulati vari sversamenti nascosti, alghe anomale e denunce inascoltate. Il fatto che sulle sponde del lago sorgano 27 pozzi petroliferi, di cui il più vicino a 200 metri in linea d’aria, ci dà una misura della gravità della situazione.

Altro caso è il traffico illecito di rifiuti del COVA (Centro Oli Val d’Agri) di Viggiano; uesto impianto è il luogo dove vengono trattati gli idrocarburi appena estratti, prima di essere trasportati altrove. L’impianto ha dato spesso problemi, e i cittadini riportavano odori nauseabondi e fiammate. Un’inchiesta, iniziata nel 2016, aveva portato nel 2021 a una sentenza che condannava l’ENI per smaltimento illecito di rifiuti, e lo obbligava a pagare una sanzione di 700mila euro. Sempre nel 2021, l’ENI ha promosso un progetto per favorire le start-up agricole in Basilicata. A voi le conclusioni.

Oltre all’ambiente, anche la salute dei cittadini subisce gli effetti. Dall’inizio dell’attività di questi impianti, le comunità locali hanno iniziato ad avvertire cattivi odori e arrossamenti della pelle. In tutta la Regione, tra il 2011 e il 2014, la mortalità è cresciuta del 2%; nella zona di Corleto Perticara, del 23%.

Se spesso i problemi come questi passano in secondo piano, la ricchezza che ha questo asset in Regione non passa inosservata.

Tra le manovre più importanti prese dal Consiglio regionale in questi ultimi periodi, va segnalata una legge regionale del 2022, chiamata “Bonus Gas”: sulle bollette, è stata infatti annullata tutta la componente del gas, tagliando notevolmente i costi per le famiglie. Questa legge è frutto di un accordo con le compagnie petrolifere che lavorano sul territorio lucano, ma viene scalato direttamente dalle compensazioni, ossia quote in denaro che queste aziende devono versare per “compensare” appunto la regione degli oneri ambientali e non, prodotte dallo sfruttamento del territorio.

Avvicinandoci verso una conclusione, si può dire che la Basilicata, come molte altre Regioni del resto, è maggiormente impegnata in politiche di assistenzialismo, che agiscono alla fine del problema, e non alla sua radice. La mancanza di visione d’insieme fa in modo che le difformità nel territorio (che vede al suo interno da una parte Matera, dall’altra campagna dimenticata) si aggravino sempre di più, aumentando così lo spopolamento della regione. Le emergenze ambientali, a cui la regione non riesce a far fronte con lungimiranza, rischiano di peggiorare ancora di più le condizioni di vita dei lucani, nonché di disperdere la conoscenza diffusa e operosità presente invece a livello popolare.

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