Qualcosa da ascoltare: i podcast
Cosa ricorderete dell’estate 2021? Sono stati parecchi gli eventi che l’hanno caratterizzata, alcuni decisamente belli, altri terrificanti, tra questi ultimi rientra la temperatura record di 48.8°C raggiunta a Floridia, nel siracusano. Immaginate se tale situazione fosse la normalità. È quello che hanno provato a fare Fabrizio Biggio e Massimiliano Loizzi nel loro podcast The Source. Presentato dal Gruppo CAP e disponibile su tutte le piattaforme streaming, The Source racconta, attraverso la voce degli speaker radiofonici Daniel Cotenna e Rudy Belli, interpretati rispettivamente da Biggio e Loizzi, l’Italia del luglio 2035. Mesi di siccità hanno trascinato il Bel Paese nella più grande crisi idrica della storia, l’acqua smette di scendere dai rubinetti, il prezzo delle bottiglie schizza alle stelle, c’è chi tenta l’emigrazione e chi si vede respinto già ai confini di un’altra provincia, ma soprattutto, la trasmissione di Cotenna e Belli è l’unica che, grazie a una particolare tecnologia, può ancora essere seguita dagli italiani. Una situazione drammatica e due svogliati commentatori unico mezzo per mettere in contatto popolo e istituzioni, gli ingredienti perfetti per sei tragicomiche puntate che, nemmeno troppo velatamente, intendono metterci in guardia sul futuro invitandoci a valutare bene i nostri comportamenti odierni.
Se non siete amanti di storie ambientate nel futuro, la redazione è qui per presentarvi una valida alternativa: Storie di Geopolitica. Senza troppi fronzoli, il podcast di Nova Lectio, una serie di puntate, ognuna su un tema particolare, in cui si lega la storia alla geopolitica. Dalla Cuba di Fidel Castro al Delitto Matteotti, dal rapporto tra Cina e Russia alla storia della Sardegna, Nova Lectio ne sa, e soprattutto, sa raccontare. L’ha dimostrato su YouTube dove, nell’ultimo anno e mezzo, ha conquistato quasi mezzo milione di iscritti con video divulgativi su temi storici e di attualità, spesso anche parecchio oscuri e controversi. Non si tratta di lezioni; i video, come le puntate del podcast, assomigliano più a delle fiabe, certamente il savoir faire dell’autore è ciò che più di ogni altra cosa dà risalto all’opera, ma guai a paragonarlo ad Alberto Angela o ad Alessandro Barbero, limitare il tutto a una hit parade rischierebbe di non far apprezzare appieno il suo lavoro.
Insomma, se vi vedete costretti a rinunciare ai panorami che negli ultimi giorni hanno inebriato i vostri occhi, lasciate che siano le vostre orecchie a gioire nel prossimo periodo. Con questi due podcast si può andare sul sicuro.
Qualcosa da leggere: Incontro d’amore in un paese in guerra, di Sepúlveda
Se siete invece degli irriducibili tradizionalisti, allergici a questa modernità dilagante, nulla di meglio che un classico manoscritto per riprendersi dagli svaghi dell’estate - o dal semplice rilassarsi al mare con i piedi nella sabbia. Lo si può fare con la raccolta di racconti intitolata “Incontro d’amore in un paese in guerra” di Luis Sepúlveda Calfucura, uno dei più grandi scrittori cileni, recentemente scomparso a causa del COVID.
La raccolta è un insieme di ventiquattro brani che hanno come centro di gravità - non permanente - l’amore, amore che viene riflesso nelle forme più varie e diverse, che ha come sfondo una guerra, una guerra civile, e le guerre interiori dei protagonisti che con abile penna muove sulle pagine bianche. La maestria di Sepúlveda è quella di donare una vitalità quasi reale, quasi biografica, ai suoi protagonisti. Li muove in questi scenari appena accennati, rendendoli uno sfondo teatrale per le avventure e disavventure a cui poi li costringe.
L’opera di Sepúlveda è sicuramente vasta, e probabilmente sarà impossibile poi per molti di voi fermarsi dall’acquisto compulsivo delle altre opere dello scrittore cileno. Sicuramente, un buon modo tanto per passare l’estate che per affrontare la malinconia che di solito accompagna settembre.
Qualcosa da giocare: Victoria II
Vi abbiamo consigliato saggi, podcast di politica e storia, romanzi d’amore. Ora vogliamo consigliarvi di mettere in pratica un po’ tutto con Victoria II, un videogioco a sfondo storico, gestionale-strategico ambientato a cavallo tra il XIX e il XX secolo, che ha per protagoniste le nazioni che hanno popolato la scena mondiale in quegli anni. E si intende ogni tipo di nazione, dall’Iran all’impero di Vittoria. Se vi siete mai chiesti cosa sarebbe successo se l’Italia fosse stata unita dal Regno delle Due Sicilie, se la guerra franco-prussiana fosse stata vinta dai francesi o se la Guerra Civile Americana fosse terminata a parti contrarie, questo è il gioco che fa per voi.
Una volta che avrete scoperto con pazienza tutti i complessi meccanismi simulativi del gioco, che coprono dal commercio globale all’industria nazionale passando per i moti di rivoluzione, di cambiamento sociale e politico interni e propri di ogni nazione di questa epoca, allora avrete probabilmente il gioco che vi ruberà più di un centinaio di ore. Un gioco in cui provare a formare la federazione europeo come impero, volendo. O anche a evitare l’unità di Italia e Germania, nel vero segno del sogno di Metternich.
Victoria II è rimasto nei cuori dei fan della saga Paradox, casa di produzione svedese famosa per i suoi videogiochi strategici a tema tanto storico che non. Un gioco profondo, che affronta con dovizia di particolari la complicata fase di storia del passaggio tra il diciannovesimo e ventesimo secolo. Una accurata riproduzione dello sviluppo tecnologico, coloniale e storico del mondo permette di immedesimarsi nei personaggi che per molti sono solo appunti nei libri di storia, ma che hanno plasmato il mondo come lo conosciamo oggi.
Per tutti gli estimatori del periodo storico, sicuramente Victoria II rimane un ottimo passatempo e, citando la Marvel, un ottimo spunto per numerosi What if di carattere geopolitico che possono rendere divertenti le ore serali sempre più fresche.
Segui i commenti: |