Il disegno di legge sugli abusi domestici non protegge le donne migranti

, di Aaron Gates-Lincoln, tradotto da Benedetta Viola

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Il disegno di legge sugli abusi domestici non protegge le donne migranti

Dopo anni di progettazione e turbolenze, il disegno di legge sugli abusi domestici (Domestic Abuse Bill) è tornato alla Camera dei Lord nel Regno Unito l’8 marzo 2021 per completare la sua fase di relazione, una delle ultime prima di essere deliberato.

Il disegno di legge dovrebbe convertire completamente l’efficacia delle attuali risposte agli abusi domestici in una varietà di servizi. Tra le sue principali caratteristiche, il finanziamento del servizio di alloggi sicuri su base legale e il divieto di minacce di strangolamento non fatale, abusi post-separazione e revenge porn. Il disegno intende inoltre vietare il controinterrogatorio diretto dei sopravvissuti da parte dei loro aggressori in tribunale e, soprattutto, fornirà la prima definizione legale in assoluto di abuso domestico.

Tuttavia, si lascia ingiustamente alle donne uno status di immigrazione insicuro e No Recourse to Public Funds (nessun ricorso a fondi pubblici) con poca o nessuna protezione. Questo perché il disegno di legge ignora i problemi esistenti all’interno dell’accesso all’attuale sistema di welfare britannico, e ciò può aggravare l’abuso economico.

Attualmente, coloro che non fanno ricorso a fondi pubblici devono affrontare ostacoli, in particolare nell’accesso agli alloggi nei rifugi. Molte persone non sono, infatti, idonee a richiedere prestazioni su cui molti sopravvissuti fanno affidamento per sostenere finanziariamente la loro permanenza in un rifugio.

Gli attivisti sperano anche che il governo si serva del progetto di legge sugli abusi domestici per cambiare il modo in cui vengono pagate le indennità alle donne in fuga dagli abusi. Il credito universale attualmente viene erogato, per impostazione predefinita, su un conto unico, quando richiesto insieme a un partner. Alcuni sostengono invece che dovrebbe essere pagato per impostazione predefinita separatamente a ciascun ricorrente, per evitare che gli aggressori perpetrino abusi economici. Queste problematiche concorrono a rendere le donne migranti meno propense a denunciare abusi domestici, poiché sanno che si troveranno in difficoltà quando lasceranno la loro situazione di abuso.

Spiegando la questione mentre si trovava alla Camera dei Lord, la baronessa Meacher ha dichiarato: «Le donne migranti con uno status di immigrazione insicuro sono, a mio avviso, naturalmente riluttanti a denunciare gli abusi domestici alla pubblica sicurezza». Questo perché, a seguito delle attuali politiche ambientali ostili in vigore dal 2012, la polizia condivide regolarmente i dati personali sulle vittime di abusi domestici con il Ministero degli Interni per scopi di controllo dell’immigrazione. Molti membri della Camera dei Lord appoggiano un emendamento che impedirebbe l’avverarsi di questa situazione.

Meacher ha dichiarato a tal proposito: “Questa riluttanza [a denunciare] è dovuta agli attuali accordi di condivisione dei dati tra i servizi legali, compresi la polizia e il Ministero degli Interni, ai fini del controllo migratorio. Ciò significa che le donne colpite non possono cercare sostegno o un luogo sicuro dove andare, con le più spaventose conseguenze, come si può facilmente immaginare. I colpevoli non vengono consegnati alla giustizia”.

La paura della denuncia è giustificata: le ricerche svolte in materia hanno rilevato che, da quando è stata creata la politica di condivisione dei dati, il numero di donne espulse dopo aver denunciato abusi domestici è passato dal 12% al 30%. Ciò è preoccupante poiché rafforza la tendenza a criminalizzare la vittima di abusi domestici per aver parlato, piuttosto che l’aggressore.

Il Vescovo di Londra, su questa paura, ha riflettuto affermando: “Temo che questo punto debole consenta ad autori di reato e aggressori di sfruttare il coinvolgimento della polizia come minaccia per le loro vittime, piuttosto che come fonte di protezione, ciò che dovrebbe essere in realtà. Vari paesi in tutto il mondo hanno dimostrato che i firewall possono e vengono implementati in modi diversi per creare separazione tra i servizi pubblici e il controllo dell’immigrazione”.

In risposta a una delle questioni discusse, il governo britannico ha avviato un programma pilota per valutare i bisogni delle donne migranti e fornire alloggi di emergenza a coloro che non possono ricorrere ai fondi pubblici. Alcuni hanno sostenuto che il programma non sia necessario, poiché le esigenze delle donne migranti sono le stesse di tutte le altre donne, tuttavia è il sistema di immigrazione stesso a limitare il loro accesso al sostegno.

I punti deboli nel disegno di legge, relativi principalmente alle donne migranti, mettono in luce una questione chiave all’interno dell’attuale governo britannico. Troppo spesso viene data priorità al controllo dell’immigrazione e, nella maggior parte dei casi, alla prevenzione di essa; ciò si sta verificando attraverso la continuazione di politiche ambientali ostili. Tutto questo ha portato le donne migranti che vivono nel Regno Unito a essere dimenticate, lasciate indietro e completamente trascurate, perfino in un atto legislativo che dovrebbe essere concepito per promuovere la protezione di tutte le donne.

Le questioni evidenziate sono di vitale importanza e il disegno di legge sugli abusi domestici rappresenta un’opportunità per proteggere milioni di donne, attualmente lasciate a se stesse. Occorre amplificare le voci delle vittime e diffondere la consapevolezza del rischio che l’approvazione del disegno di legge potrebbe comportare in caso di mancata modifica.

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