All’alba del 24 febbraio 2022, la Russia scatenava un’invasione su larga scala contro l’Ucraina, riportando il flagello della guerra sul continente europeo e minando le fondamenta della sicurezza e della stabilità internazionale. Da allora, il popolo ucraino – con la sua storia, la sua cultura, la sua sovranità e le sue aspirazioni europee – ha resistito strenuamente alla brutale imposizione della legge del più forte. Ha difeso la propria indipendenza, opponendosi a un’aggressione che non riguarda solo il suo territorio, ma il principio stesso di autodeterminazione dei popoli e il futuro dell’ordine internazionale.
Dopo oltre mille giorni di conflitto, è chiaro che la posta in gioco non è solo l’integrità territoriale dell’Ucraina, ma anche il ruolo dell’Europa nel garantire un equilibrio di sicurezza fondato sul diritto e non sulla forza. Per questo motivo, a tre anni dall’inizio del conflitto, nelle trattative sul futuro della regione, apertesi a causa della situazione tragica e stagnante a cui si è giunti, l’Europa non può restare marginale, come sembrano invece voler imporre il presidente statunitense Donald Trump e quello russo Vladimir Putin. Qualsiasi processo negoziale che escluda l’Unione europea e, soprattutto, l’Ucraina, non potrà mai condurre a una pace giusta e duratura.
Obiettivo delle trattative deve essere una soluzione equa, che non implichi la resa né compromessi sulla sovranità dell’Ucraina. Qualunque accordo che escluda Kyiv o violi il diritto internazionale equivarrebbe a legittimare l’uso della forza come strumento di politica internazionale, ridisegnando l’ordine mondiale in una chiave reazionaria e decretando il fallimento dell’attività umana di regolazione diplomatica delle crisi condotta dal secondo dopoguerra a oggi.
Come Gioventù Federalista Europea ribadiamo con fermezza il nostro pieno sostegno all’Ucraina e al suo popolo, che continua a combattere per la propria libertà e indipendenza. Riteniamo inaccettabile qualsiasi trattativa che avvenga senza il pieno coinvolgimento di Kyiv e denunciamo ogni tentativo di sacrificare l’integrità territoriale dell’Ucraina in nome di una presunta stabilità geopolitica.
In tal senso, chiediamo alle Istituzioni europee di assumersi le proprie responsabilità e di riconoscere il bivio che si trovano ad affrontare: emanciparsi o soccombere. Se l’Unione europea non assumerà un ruolo di leadership nella difesa dei valori democratici e della sicurezza collettiva, rafforzando i propri strumenti di tutela e dotandosi di una politica estera unica e di difesa comune, ogni Paese del vecchio continente sarà facile preda delle grandi potenze, e ogni singolo cittadino europeo si ritroverà in costante pericolo.
Nel terzo anniversario dell’inizio di questo conflitto, la Gioventù Federalista Europea si unisce alla voce di chi chiede giustizia e pace, una pace che non sia sinonimo di sottomissione, ma di libertà e autodeterminazione per il popolo ucraino. Continueremo a mobilitarci affinché l’Europa dimostri coraggio e coerenza nella difesa di un ordine internazionale basato sul diritto e non sulla forza.
Segui i commenti:
|
