Parliamo della cantieristica navale e di cosa potrebbe fare l’Unione Europea

La cantieristica navale in Unione Europea

, di Silvia Dalla Ragione

La cantieristica navale in Unione Europea
Unsplash, photo by Flori Braunhofer https://unsplash.com/photos/ZS6Y9ZDhKBE

Con una quota di mercato del 6% in termini di tonnellaggio e il 35% per l’equipaggio marittimo, l’Europa è uno dei principali protagonisti dell’industria cantieristica mondiale, con un fatturato di 60 miliardi di euro nel 2012.

L’industria cantieristica si occupa della produzione e la manutenzione dei vascelli per la flotta mercantile, che si tratti di cargo o del trasporto di passeggeri, per l’energia eolica offshore e per scopi militari. All’interno dell’Unione Europea è la Commissione Europea che si occupa dello sviluppo industriale e dei problemi di mercato a cui questa industria va incontro.

La cantieristica navale fa parte infatti di un settore competitivo, importante sia dal punto di vista economico che sociale. Include infatti i settori del trasporto, della sicurezza, della ricerca e dell’ambiente. Come riporta la Commissione Europea, ci sono circa 150 cantieri navali in Europa, 40 dei quali sono destinati alla produzione di grandi navi mercantili, e circa 120mila persone lavorano in questo settore, che sia a scopo civile o navale, per la costruzione o per la riparazione. Per quanto riguarda la costruzione di vascelli complessi come le navi da crociera, i traghetti, i grandi yachts e le draghe l’Unione Europea si trova al primo posto nella competizione mondiale, oltre ad essere molto attiva nella costruzione di sottomarini.

I sfida del mercato internazionale

L’Unione Europea risente maggiormente la competizione da parte della Cina e della Corea del Sud, inoltre soffre del fatto che non esistono regole globali in questo mercato. Ciò è dovuto alla vasta offerta della cantieristica che spazia dalle tecnologie all’alto numero di impiegati, e hanno a che fare con una valuta estera, poiché questo mercato è basato sul dollaro.

Importanti costruttori di navi da crociera come Fincantieri in Italia e Chantiers de l’Atlantique in Francia tentano di contrastare il confronto con la Cina nel settore. Queste società criticano il sistema europeo: a causa delle norme a tutela della concorrenza in Europa, le aziende europee si trovano vincolate e devono piegare la testa alle società cinesi che stanno migliorando le loro tecnologie e pian piano pareggeranno il mercato cantieristico europeo, o addirittura lo domineranno.

La Cina ha fatto grandi progressi nell’industria cantieristica europea rilevando alcune aziende o trasferendo la produzione in aree vergini. L’industria marittima europea è preponderante nei paesi del Nord, dove la Cina ha avuto accesso e dove ha potuto copiare dei progetti navali avanzati, riportandoli in Asia e sviluppandoli in meno di un anno. A questo punto la Cina acquisisce società che producono le tecnologie necessarie per sviluppare la catena nazionale, infine si occupa di creare economie in scala. In questo settore la China State Shipbuilding Corporation è la più grande impresa statale per la costruzione di navi al mondo, ed è economicamente sostenuta dallo stato. Nel 2019 si è unita alla China Schipbuilding Industry Corporation, detenendo così una quota di mercato del 20%. Tramite l’impiego di pratiche economiche illegittime la Cina sta quindi guadagnando un’ottima posizione nella classifica di mercato della cantieristica navale, facendo tremare le società occidentali.

Gli obiettivi della Commissione europea

La Commissione europea si pone degli obiettivi per lo sviluppo del settore navale, basandosi nello specifico su 5 punti: migliorare il controllo in settori selezionati del mercato marittimo, continuare a supportare l’innovazione, rafforzare l’attenzione verso il cliente, migliorare e implementare la struttura del settore e, infine, basare la produzione sulla conoscenza.

Nella realtà dei fatti, la Commissione europea si concentra troppo sulla competizione interna europea anziché concentrarsi sul proteggere le industrie europee dalla concorrenza cinese, favorita dal sostegno statale. Per fare ciò, la Commissione dovrebbe permettere di creare società abbastanza grandi da poter competere a livello globale, invece di ostacolare l’unione fra aziende che potrebbero contrastare il mercato interno. La minaccia per l’economia europea viene infatti dall’esterno.

Link utili: https://www.seaeurope.eu/ https://www.airuniversity.af.edu/JEMEAA/Display/Article/2213587/the-battle-is-almost-lost-chinas-industrial-challenge-to-european-shipbuilding/ https://ec.europa.eu/docsroom/documents/10504/attachments/1/translations

Tuoi commenti
moderato a priori

Attenzione, il tuo messaggio sarà pubblicato solo dopo essere stato controllato ed approvato.

Chi sei?

Per mostrare qui il tuo avatar, registralo prima su gravatar.com (gratis e indolore). Non dimenticare di fornire il tuo indirizzo email.

Inserisci qui il tuo commento

Questo campo accetta scorciatoie SPIP {{gras}} {italique} -*liste [texte->url] <quote> <code> ed il codice HTML <q> <del> <ins>. Per creare paragrafi lasciare semplicemente delle righe vuote.

Segui i commenti: RSS 2.0 | Atom