La pelota siempre al piso.

Pedro Sánchez prova a riconfermarsi alla Moncloa. Dopo il goffo tentativo di Alberto Nuñez Feijóo (PP), ora tocca al Premier socialista verificare la presenza di una maggioranza nel Congresso.

, di Nicola Riccardi

La pelota siempre al piso.
Il premier spagnolo, Pedro Sánchez. Foto ufficiale del presidente del Governo, Pedro Sánchez. 2023. This work was published on one of the websites owned by the Ministry of the Presidency of the Government of Spain, such as the website of La Moncloa, lamoncloa.gob.es, or the actual Ministry of the Presidency, mpr.gob.es. The legal notice authorises the reproduction of any content, whether in whole or in part.

Gli esiti delle negoziazioni sono incerti, i nodi che potrebbero sbloccare il sostegno degli indipendentisti catalani appaiono intricati. Le prossime settimane richiedono un quadro d’intesa largo e condiviso per impedire la ripetizione elettorale.

Durante gli anni d’oro de “La Maquina”, Renato Cesarini impartisce lezioni di calcio nelle giovanili del River Plate tenendo a mente e ripetendo instancabilmente il mantra: “Di cosa è fatta la palla? «Cuoio!» Da dove viene il cuoio? «Dalla mucca!» Cosa mangia la mucca? «Erba» Entonces, la pelota siempre al piso, sempre rasoterra.” Nel calcio, come nella politica, giocare rasoterra, mantenere la palla delle aspettative bassa, il dialogo con i compagni costante, ridurre le tensioni dell’altezza, facilita il gioco, accelera la manovra, rende più agile la giocata decisiva. La campagna elettorale del 23 luglio era stata contraddistinta, mantenendo la metafora calcistica, da rinvii lunghi, giocate in contropiede, gesti di nervosismo e una dose di agonismo quasi sempre sopra le righe della moderazione. “Se puede perder,ganando” era il titolo, anche un po’ rischioso, che avevo scelto di dare all’ultimo articolo sulla situazione politica spagnola all’indomani del risultato elettorale dello scorso 23 luglio. La distribuzione dei seggi e l’aritmetica elettorale suggerivano, allora, non pochi ostacoli alla formazione di una solida maggioranza di governo. Come da protocollo istituzionale, il vincitore delle urne, il leader dei Populares, Alberto Nuñez Feijóo, viene incaricato in data 21 agosto dal Re Felipe VI di trovare una maggioranza al Congresso che gli permetta di entrare di diritto alla Moncloa. Il maldestro tentativo di Feijóo di diventare capo del governo si consuma il 29 settembre quando la sua investitura viene respinta per la seconda volta per 179 voti a 172. Nel pomeriggio del 3 ottobre un comunicato della Casa Real di sua maestà il Re di Spagna informa che in ottemperanza all’articolo 99 della Costituzione, un nuovo incarico per la formazione del governo viene concesso al leader socialista, Pedro Sánchez, secondo classificato nelle elezioni del 23 luglio. Come per Feijóo anche per Sánchez l’aritmetica si fa complicata. Il socialista può contare sul supporto dei suoi 122 deputati, può stringere, come già fatto in precedenza un accordo con Yolanda Díaz e ottenere il sostegno dei 31 deputati di Sumar, allargare la coalizione a Esquerra Repubblicana (7 deputati), EH Bildu (6), ottenere la fiducia del PNV (5), dell’unico eletto del Bloque Nacionalista Gallego, cosí come degli unici due eletti dell’Uniòn del Pueblo Navarro e Coalicción Canaria. Cosí facendo, allargando in tal senso la coalizione, raggiungerebbe quota 174 e ciò non basterebbe ad eleggerlo Presidente per un secondo mandato. Di voti ne servono 176. È per questa ragione che l’ago della bilancia di questa XV legislatura è nelle mani del partito nazionalista catalano JUNTS, formazione guidata nel Congresso dalla portavoce Míriam Nogueras e fondata nel 2017 dall’ex-presidente Carles Puidgemont. Le prossime settimane si prevedono particolarmente complicate per Sánchez. Non sarà facile trovare la quadratura del cerchio questa volta. Il partito di Carles Puidgemont ha chiesto non solo l’amnistia per i fatti del 1° ottobre 2017 ma la riproposizione di un referendum con carattere vincolante per un’eventuale futura secessione catalana. La dimensione di queste richieste è chiaramente eccessiva per Pedro Sánchez che accettando tali proposte finirebbe probabilmente per perdere persino sostegni nel suo stesso partito. La partita al rialzo degli indipendentisti era pronosticabile data l’impossibilità della destra, come della sinistra, di formare governo senza il loro appoggio. L’orologio corre veloce per Pedro Sánchez. Ottenere il sostegno di ERC e JUNTS sarà impresa di dialogo e confronto serrato con i rispettivi leader di partito. La volontà politica di formare un governo progressista, il desiderio di misurarsi nuovamente con le urne, il prurito adrenalinico del contarsi, il rischio di una debacle, il rilancio del “somni” indipendentista, cosa conterà di più nelle prossime settimane? In gioco c’è il futuro del Paese, un Paese che meglio di molti altri sta reagendo alle faglie di crisi che il Covid prima e la guerra in Ucraina poi, hanno fatto emergere in superficie. Fino ad ora, Sánchez si è rivelato un ottimo mediatore, un politico dinamico e pragmatico nelle ore più decisive. La sua prima dichiarazione dopo l’annuncio della Casa Real esprime soddisfazione per l’incarico ricevuto e una misuratissima dose di ottimismo rispetto a ciò che sarà. L’invito alla generosità da parte delle forze politiche è il pilastro del suo commento. Stavolta, il campo di gioco è particolarmente impervio, le richieste degli alleati sono inflazionate dal loro peso politico, il clima dello spogliatoio non è dei migliori, a Sánchez non resta che fare del proprio meglio, dialogo aperto, inni alla generosità e “pelota siempre al piso”.

Tuoi commenti
moderato a priori

Attenzione, il tuo messaggio sarà pubblicato solo dopo essere stato controllato ed approvato.

Chi sei?

Per mostrare qui il tuo avatar, registralo prima su gravatar.com (gratis e indolore). Non dimenticare di fornire il tuo indirizzo email.

Inserisci qui il tuo commento

Questo campo accetta scorciatoie SPIP {{gras}} {italique} -*liste [texte->url] <quote> <code> ed il codice HTML <q> <del> <ins>. Per creare paragrafi lasciare semplicemente delle righe vuote.

Segui i commenti: RSS 2.0 | Atom