La questione curda e il Confederalismo democratico: una prospettiva federalista (Parte 6)

, di Michelangelo Roncella

La questione curda e il Confederalismo democratico: una prospettiva federalista (Parte 6)
Foto di Tagoua da Pixabay

Nell’ultima parte della rubrica sulla questione curda, si sviscerano i principi del Confederalismo democratico pensato nel 1999 da Öcalan e si guardano i suoi punti di accordo e di contrasto con il Federalismo, specie in chiave istituzionale.

Le conclusioni di Öcalan

Il Confederalismo democratico può essere […] un tipo di auto amministrazione in contrasto con l’amministrazione dello Stato-nazione. Tuttavia […] la coesistenza pacifica è possibile fino a quando lo Stato-nazione [non] interferisce con le questioni centrali dell’auto amministrazione. Tutti questi interventi farebbero ricorso all’auto-difesa della società civile. Il Confederalismo democratico non è in guerra con alcuno Stato-nazione ma [è pronto a reagire] a tentativi di assimilazione. Rovesciamenti rivoluzionari della fondazione di un nuovo stato non creano cambiamenti duraturi. Alla lunga, la libertà e la giustizia possono essere raggiunte soltanto all’interno di un processo dinamico democratico - confederato”.

Neppure il rifiuto totale o il completo riconoscimento dello stato sono utili per gli sforzi democratici della società civile. Il superamento dello stato, in particolare dello Stato-nazione, è un processo a lungo termine. Lo Stato sarà sopraffatto allorché il Confederalismo democratico avrà dimostrato le sue capacità di saper trovare soluzioni ai problemi sociali. Ciò non significa, tuttavia, che gli attacchi da parte degli Stati-nazione debbano essere accettati. Le Confederazioni democratiche sosterranno l’autodifesa in ogni occasione. Le Confederazioni democratiche non si limiteranno ad organizzarsi entro un singolo territorio particolare, [bensì possono andare] oltre i propri confini quando le società interessate lo vogliano.

Principi del confederalismo democratico

  1. Il diritto all’autodeterminazione dei popoli include il diritto ad un proprio Stato. Tuttavia, la fondazione di uno Stato non aumenta la libertà di un popolo. Il sistema delle Nazioni Unite che è basato sugli Stati-nazione si è rivelato inefficace. Nel frattempo, gli Stati-nazione sono diventati ostacoli seri per ogni sviluppo sociale. Il Confederalismo democratico è il paradigma di contrasto dei popoli oppressi.
  2. Il Confederalismo democratico è un paradigma sociale che non implica lo Stato. Non viene controllato dallo Stato. Allo stesso modo, il Confederalismo democratico è il piano culturale ed organizzativo di una nazione democratica.
  3. Il Confederalismo democratico è basato sulla partecipazione totale. I suoi processi decisionali stanno all’interno delle comunità. Livelli superiori servono solo al coordinamento e all’implementazione del volere della comunità che manda i suoi delegati alle assemblee generali. Per un limitato spazio di tempo sono istituzioni portavoce ed esecutive. Tuttavia, il potere decisionale di base rimane nelle Istituzioni a livello radicale.
  4. Nel Medio Oriente, la democrazia non può essere imposta dal sistema capitalista e dai suoi poteri imperiali che danneggiano soltanto la democrazia stessa. La propagazione della democrazia radicale è elementare. Si tratta delll’unico approccio che possa aver a che fare con i diversi gruppi etnici, le religioni e le differenze di classe. Si adatta bene anche con la struttura confederata tradizionale della società.
  5. Il Confederalismo democratico in Kurdistan è un movimento anti-nazionalista. Mira alla realizzazione del diritto di autodifesa dei popoli dall’avanzare della democrazia in tutte le parti del Kurdistan senza far questioni sui confini politici esistenti. Il suo scopo non è la fondazione di uno Stato-nazione curdo. Il movimento intende stabilire strutture federali in Iran, in Turchia, Siria e Iraq affinché siano aperte a tutti I curdi ed allo stesso tempo formino una confederazione ad ombrello per le quattro parti del Kurdistan.

Riflessioni

Scrivere questi articoli non è stato semplice. L’analisi del Confederalismo democratico e il confronto con il Federalismo saranno parziali, non molto oggettivi e sicuramente alcuni aspetti sono stati trascurati.

A integrazione delle riflessioni di Ocalan e dei commenti sul suo scritto, si può aggiungere che alla critica all’attuale sistema degli Stati-nazione, non si può fare a meno di considerare il principio di autodeterminazione dei popoli, un concetto inconsapevolmente “populista”, perché il più delle volte è considerato sinonimo di indipendenza, considerata a sua volta uguale all’autonomia.

In occidente, vediamo il Confederalismo (o meglio nella Confederazione) inteso come l’approccio tra Stati di stringersi in alleanza, unione o coalizione, mantenendo la propria sovranità. Ulteriore riflessione sarebbe considerare i diritti oltre la dimensione individuale, includendo un carattere “collettivo”, riferito ai vari gruppi sociali e identitari, che vengono chiamati - non si sa se a torto - “minoranza”.

Quindi, quale rapporto tra il pensiero di Öcalan e il Federalismo? Di condiviso c’è l’analisi del problema, individuato nello Stato-nazione, anche se su basi diverse. Ci sono punti d’accordo - a grandi linee - sulla necessità di un regime effettivamente democratico, di valori e di Istituzioni locali. Un possibile punto di contrasto è la questione militare, in particolare su chi spetta il controllo politico, benché si condivida il carattere democratico. C’è convergenza sul superamento del sistema internazionale, ma non nell’ONU. Una possibile idea potrebbe essere che la “piattaforma delle società civili” possa avere un ruolo di rappresentanza, consultazione, pressione e di attivismo che sia complementare alle Istituzioni riformate. Un ruolo assolutamente da garantire e con un sistema di istituzioni e di principi che allontani il più possibile la soluzione repressiva.

Non è nemmeno da escludere un carattere complementare tra il Confederalismo democratico e il Federalismo.

Entrambi i pensieri non troveranno terreno facile, in particolare nel Kurdistan e nel Medio Oriente in generale. Guardando in modo realista, il Confederalismo democratico sta passando un momento di sperimentazione, dovuto alla debolezza di due degli Stati che occupano l’altopiano, la Siria indebolita dalla guerra civile con la Repubblica del Rojava e l’Iraq provato dalla guerra del 2003 e dalla presenza dell’ISIS. Il discorso dell’integrità territoriale, le aspirazioni di popoli e la riforma delle istituzioni internazionali meritano studi e discussioni che portino all’elaborazione di possibili soluzioni, a prescindere dalla loro applicazione.

Inoltre, meriterebbe attenzione cosa ne pensano le opposizioni (non solo curde) nei quattro paesi sui quali è suddiviso l’altopiano curdo e cosa propongono. Il dibattito è aperto. [1]

Note

[1Per approfondire:

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