Si passa sempre per Spinelli
La figura di Altiero Spinelli è centrale per ogni federalista europeo: autore principale di “Per un’Europa libera e unita: progetto di un Manifesto” (poi passato alla storia come il “Manifesto di Ventotene”) e fondatore del Movimento Federalista Europeo (MFE), ha dedicato tutta la sua vita alla realizzazione degli Stati Uniti d’Europa. Ed è per questo che nel 1987, a un anno dalla sua morte, la Regione Lazio ha voluto celebrare il proprio illustre cittadino promuovendo, con il MFE, la costituzione dell’Istituto “Altiero Spinelli”, che ha come finalità la diffusione del pensiero federalista. E tra le attività dell’Istituto, infatti, vi sono eventi come l’assegnazione del premio giornalistico intitolato a Spinelli (giunta alla quinta edizione) e l’organizzazione dell’annuale seminario di formazione federalista, che si svolge ormai da oltre trent’anni sull’isola tanto cara a Spinelli, tradizionalmente tenuto durante la prima settimana di settembre, e che si è quindi da poco concluso.
L’isola
Scovata prima dai greci e poi dai romani, che la chiamavano Pandataria, l’isola di Ventotene è stata vista da subito come un luogo adatto per recludere personaggi scomodi. Così come Giulia, l’unica figlia naturale di Cesare Ottaviano Augusto, da questi esiliata con l’accusa di adulterio e tradimento. In tempi recenti, il regime fascista non ha esitato a confinare presso le isole di Ventotene e Santo Stefano (che ospitava anche un carcere di origine borbonica) intellettuali ostili, tra cui i già citati Spinelli, Colorni e Rossi, ma anche Sandro Pertini e Giorgio Amendola, tra gli altri.
L’impegno dei ragazzi
Ventotene ora non è più un luogo di reclusione, ma una affascinante isola che vive di turismo, con i suoi fondali limpidi, la natura prepotente, le calette con sabbia finissima e scura, scogli e resti di epoca romana. In questa cornice si svolgono i seminari di formazione federalista, curati dall’Istituto Spinelli e dal MFE: 5 giorni di lezioni con docenti qualificati, dibattiti, confronto tra giovani che si interrogano sui problemi del mondo di oggi e sulle soluzioni politiche proposte da chi, ancora oggi, si lascia ispirare dal Manifesto di Ventotene, proprio nei luoghi della sua stesura. Due seminari si svolgono in contemporanea: il primo è definito “nazionale” ed è giunto alla sua XXXIII edizione. Si svolge in italiano e vede la partecipazione perlopiù di ragazzi in età da scuola superiore. Molti dei partecipanti hanno seguito corsi di preparazione, a cura delle sezioni MFE/GFE attive sul territorio, prima di giungere a Ventotene; altri si sono invece candidati autonomamente, essendo i bandi aperti a tutti. Ciò che li accomuna, però, è l’interesse verso la politica: non tutti i partecipanti del seminario saranno convinti dalle idee dei federalisti, ma di certo hanno mostrato interesse verso una dimensione veramente europea della politica. E ciò, in tempi di disincanto generale, non può che essere un dato positivo. In ogni caso, al seminario si è anche dato spazio a spiegazioni sulla natura stessa del MFE e sulle campagne che sta portando avanti, tra cui l’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) “New Deal 4 Europe”. Inoltre, l’intervento di importanti personalità del mondo dell’accademia e delle istituzioni politiche ed economiche europee e italiane ha reso il seminario di Ventotene un momento non soltanto di formazione, ma anche di proposta e creatività politica: nelle recenti edizioni, per esempio, gli interventi di Andrea Enria (Presidente dell’Autorità Bancaria Europea) e di Ignazio Visco (Governatore della Banca d’Italia) hanno illustrato il percorso verso la realizzazione della cosiddetta Unione Bancaria, mentre nell’edizione appena conclusa Fabrizio Saccomanni (già Ministro dell’Economia nel Governo Letta) ha rilanciato la proposta di un grande piano di investimenti su scala continentale per uscire dalla crisi economica. L’altro seminario è detto, intuibilmente, “internazionale”. È giunto alla sua XXXI edizione, e si svolge in inglese, con partecipanti provenienti in maggior parte dall’Europa ma non solo. Infatti, grazie all’interessamento del World Federalist Movement (il Movimento Federalista Mondiale, WFM), è garantita la presenza di giovani dalle Americhe, dall’Asia, dall’Africa; perché certe questioni non sono di mero interesse continentale, ma mondiale. Pertanto il WFM e altri si battono per la creazione di una assemblea parlamentare per l’Organizzazione delle Nazioni Unite (UNPA campaign).
Le proposte politiche
Come detto in precedenza, il seminario di Ventotene non si limita a formare le future classi dirigenti sui temi del federalismo europeo, della globalizzazione e del suo governo, della democrazia e del suo futuro sovranazionale, ma si è affermato edizione dopo edizione come un luogo di proposta politica; proposte spesso di grande respiro, ma indispensabili per garantire un futuro al Vecchio continente. Dall’idea di una moneta unica a quella di emettere Eurobonds, oggi il tema “caldo” è quello del rilancio della crescita economica, delle alternative alle politiche di austerità e della creazione di una politica fiscale per l’Eurozona. Fabrizio Saccomanni, nella sua relazione al Seminario, ha parlato proprio di questo: è necessaria una “divisione del lavoro” a livello istituzionale che bilanci la necessità di rigore fiscale e quella di rilancio economico. Tale divisione dei compiti deve ricalcare la massima di Tommaso Padoa-Schioppa “agli Stati il rigore, all’Europa lo sviluppo”, perché soltanto a livello europeo si può garantire quello sforzo massicio necessario a rilanciare domanda e produzione. Saccomanni si ricollega alla proposta del Presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, di un piano di investimenti per 300 miliardi, e aggiunge che - visto che le necessità di investimenti in Europa (infrastrutture, energia, trasporti) sono stimate in almeno 1000 miliardi - un “New Deal europeo” dovrebbe costruirsi anche sul co-finanziamento dei privati, configurandosi dunque come un “private compact” per la crescita.
Rinnovamento e rilancio
La visita alla tomba di Altiero Spinelli, collocata sull’isola a parziale ossequio delle sue volontà (in realtà avrebbe voluto le sue ceneri sparse in quei luoghi), sublima l’ideale passaggio di consegne tra la prima generazione di federalisti europei, come Spinelli, ossia coloro che hanno visto in faccia le barbarie della II Guerra Mondiale, nata in Europa, e le generazioni che oggi vivono epoche meno cruente ma rese comunque difficili e incerte dalle crisi economiche e sociali, dentro e fuori dai confini europei, che minano il presente e il futuro del popolo europeo. Ed è proprio dalle giovani generazioni che può e deve ripartire, sempre più forte e adeguato ai tempi, il messaggio federalista e la lotta per gli Stati Uniti d’Europa. E l’isola di Ventotene non può che rappresentare una solidissima base di rifornimento e di lancio.
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