Comitato dei saggi o diamo la parola ai cittadini ? - commentaires Comitato dei saggi o diamo la parola ai cittadini ? 2008-01-02T23:34:18Z https://www.taurillon.org/Comitato-dei-saggi-o-diamo-la-parola-ai-cittadini#comment3405 2008-01-02T23:34:18Z <p>Sono Claudia, della GFE-Roma. Ho letto con piacere ed interesse il tuo articolo, che rimette al centro la questione secondo me più importante aperta e trascurata dal trattato e dalla modalità con cui verrà ratificato. Al di là del mio sconcerto personale per un'Unione che, pur dotandosi di qualche strumento positivo in più, ha bisogno di « bypassare » il parere dei propri cittadini per farlo o meglio ed ha paura di chiedere loro che cosa ne pensino in modo costruttivo, compiendo preventivamente adeguate campagne informative, vorrei segnalare che il timore di un distacco« popolare » dall'UE è effettivo ed è molto più forte di quanto non si tenda a pensarlo. Vorrei a questo proposito segnalare l'articolo comparso su Le monde diplomatique del mese di dicembre, laddove il mensile di approfondimento politico francese definisce la « resurrezione della costituzione europea » in senso, ovviamnete, molto negativo. In due passaggi, e citando anche altre fonti, il giornale afferma che l'Unione europea si costruisce solo ed esclusivamente sulle teste dei suoi cittadini « che teme » e sostiene esplicitamente che l'unica questione politica effettiva aperta ai cittadini è come « liberarsi di questo carcan (delle istituzioni europee, incomprensibili,antidemocratiche e liberiste) non pù riformabile ». In questo frangente politico Sarkozy sarà anche riuscito a deviare l'attenzione dell'opinione pubblica francese su altre questioni, ma ciò non significa che le sue posizioni siano sostanzialmente cambiate. Su quelle di altri popoli europei, invece, non sappiano niente : né la Commissione ed i governi nazionali intendono saggiarne gli umori per scoprirlo. Più che dibattere sui progressi o sulle innovazioni del Trattato, i federalisti dovrebbero a mio parere incentrare la propria attenzione sul deficit democratico, per cui la proposta di politicizzare le istituzioni comunitarie può rappresentare un punto di snodo, ma sottolineando con sgomento che proprio nel continente dove è nata la democrazia secondo gli ideali della rivoluzione francese, essa non venga più esercitata nel momento storico in cui tale continente, seppur in maniera poco coerente e visibile, si va lentamente ma inesorabilmente unificando. Lo sdegno, poi, non dovrebbe essere formale ma sincero, ovvero tale da dare un'indicazione forte sui contenuti della campagna federalista per il 2009 : non tanto nell'ostilità al Trattato di Lisbona in quanto tale, ma nella sottolineatura che non è più possibile gestire l'Unione Europea come se essa fosse un club ristretto a poche persone illuminate che non hanno bisogno di confrontarsi democraticamente con le paure, i timori e le aspettative di coloro che li eleggono.Claudia De Martino</p>